Torino, anabolizzanti sui banconi di Decathlon all’insaputa dell’azienda: maxiblitz della Finanza

Operazione antidoping internazionale della Guardia di Finanza di Torino che ha sequestrato in tutta Italia centinaia di confezioni di presunti integratori che in realtà contenevano anabolizzanti. I baschi verdi hanno scoperto, dopo oltre un anno di indagine coordinate dai magistrati del pool “tutela del consumatore” della procura di Torino, che le compresse importate in Italia dalla Spagna, ma prodotte in Germania erano finite anche sui banconi di Decathlon, la grande catena dei centri commerciali sportivi che però non era a conoscenza del reale contenuto delle sostanze e per questo non è coinvolta nell’inchiesta.

Sulle etichette e sulle confezioni infatti si parla di integratori alimentari senza menzionare gli steroidi, ma  le analisi, effettuate dal laboratorio chimico dell’Agenzia della Dogane e dei Monopoli di Torino, hanno confermato la potenziale pericolosità degli integratori sequestrati, che contengono molteplici principi attivi pericolosi. Attualmente, gli steroidi anabolizzanti utilizzati in ambito sportivo al fine di migliorare le prestazioni sono proibiti dalla commissione medica del Comitato Olimpico Internazionale e sono inclusi nella lista delle sostanze vietate dalla Wada, l’Agenzia che coordina la lotta contro il doping nello sport, anche perché  il loro utilizzo al di fuori del controllo medico espone ad una serie di effetti collaterali tra i quali potenziali disturbi cardiovascolari.

Le indagini dei finanzieri torinesi hanno accertato che non si tratta di laboratori clandestini quelli dove venivano prodotti i falsi integratori, bensì di aziende strutturate all’estero con reti di distribuzione su tutto il territorio nazionale, sfruttando il marchio Decathlon che era la garanzia del prodotto, con contenuti sua insaputa illeciti.

I baschi verdi e i pm torinesi sono in contatto i magistrati di Spagna dove le aziende produttrici e importatrici

devono rispondere di commercio di sostanze alimentari nocive, frode nell’esercizio del Commercio, falsa indicazione di origine, ricettazione nonché di produzione e commercio di sostanze dopanti e steroidee. L’inchiesta non è pero conclusa, i finanzieri sono al lavoro per capire se anche in Italia qualcuno fosse al corrente della presenza di anabolizzanti e se ci sia chi ha sfruttato questa modalità per mettere sul mercato sostanze dopanti illegali.